Le tradizioni

Narcao nel Medioevo, tra Aragonesi e raid di pirati

Narcao sorse nell'Alto Medioevo grazie ai monaci benedettini che costruirono chiese e monasteri, prima di passare al Giudicato di Cagliari, a Pisa e infine agli Aragonesi; rimase quasi spopolata per via dei raid di predoni nordafricani fino al Settecento, quando con l'arrivo dei piemontesi la tendenza si invertì

Sebbene abitata fin da epoche remotissime, l’attuale centro di Narcao risale al Medioevo, quando intorno all’anno Mille il Pontefice spedì nella zona dei monaci benedettini che costruirono monasteri e chiese come San Nicolò e si prodigarono per migliorare la qualità di vita della popolazione, insegnando tecniche di agricoltura e buone pratiche igienico-sanitarie utili per non ammalarsi. Sotto la spinta benefica dei religiosi, il paese crebbe e assunse le sembianze di un vero centro urbano.

Vista la sua posizione geografica Narcao fu inserita nel Giudicato di Cagliari all’interno dellaCuratoria del Sulcis, rimanendovi fino a quando non entrò nella sfera di influenza di Pisa, importante città marinara che nel corso del Duecento aveva espanso le proprie mire anche sulla Sardegna. Con l’inizio del secolo successivo, comparve una nuova potenza destinata a conquistare l’intera isola: si tratta degli Aragonesi, giunti a Narcao nel 1323, che avrebbero affidato il controllo diretto del territorio a dei feudatari.

Nonostante all’arrivo degli iberici il paese fosse abitato da più di quattrocento persone, nelle epoche successive subì un progressivo spopolamento dovuto alle ricorrenti incursioni di pirati provenienti dal Nordafrica che costrinsero la popolazione a spostarsi verso l’interno, frazionandosi in piccoli nuclei. Il processo si invertì solo dopo la fondazione del Regno di Sardegna piemontese, nel 1720, con il ritorno dei primi contadini lungo le coste che produsse una crescita demografica sancita dalla nomina a Comune del 1853.

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